Come scrivere un romanzo, ..dei consigli utili

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seri990
view post Posted on 2/2/2009, 22:44




ho recentemente trovato questi utili consigli per scrivere un buon romanzo..penso possano interessare...sono cose dette in modo sensato e nelle quali mi ritrovo molto

Per iniziare...

Quando si deve scrivere un romanzo, è necessario essere molto precisi e severi, mi spiego meglio. Finché si tratta di scrivere racconti brevi, possiamo tranquillamente lasciarci andare, farci guidare semplicemente ed unicamente dal nostro estro creativo, senza preoccuparci di eventuali e vessatorie regole da seguire. Ad esempio Raymond Carver, sosteneva di non conoscere mai il finale di un suo racconto prima di iniziare a scrivere: un’idea gli ronzava per giorni nella testa, e durante la stesura del racconto decideva il finale. Ma stiamo trattando di racconti brevi, nei quali se anche dovessimo commettere un qualche errore di contenuto, non ci sarebbe molto problematico sistemarlo. Quando invece ci avventuriamo nel territorio impervio del romanzo, allora vi dico che purtroppo, queste regole da seguire ci sono, non ne possiamo fare a meno. Questo, l’ho imparato sulla mia pelle, scrivendo e pubblicando un romanzo e diversi racconti, e rendendomi conto che ciò che avevo inizialmente previsto, non ha sempre avuto l’esito da me sperato e dato per scontato.
Anche se la nostra foga creativa è alla massima potenza, e siamo bramosi di riversare su carta il torrente di idee ed emozioni di cui siamo vittime, è bene darci una bella calmata e considerare quanto segue, onde evitare di ritrovarci con duecento pagine da buttare e un romanzo che andrebbe riscritto da capo. Prima di iniziare a scrivere, sarebbe bene crearvi una piccola scheda descrittiva dei vostri personaggi, o almeno del protagonista, per evitare di confondervi voi stessi durante la scrittura e per avere sempre un punto di riferimento mentre state scrivendo. Ad esempio:

Quanti anni ha?

Che lavoro fa?

Com’è il suo carattere (timido, aggressivo ect.)

Il suo orientamento politico?

Di quale fede è, se ce l’ha?

Quali sono i suoi gusti personali?

E così via.

Questo vi sarà molto utile, perché avrete, come già detto sopra, una fonte da cui attingere, senza dovervi fermare e perdere tempo a metà romanzo.



Pensate bene se, per scrivere il romanzo, volete utilizzare la prima persona, la terza persona o il narratore “onnisciente”.



La prima persona è molto utile in caso vogliate scrivere una storia dalla forte intensità emotiva, in cui il lettore deve partecipare attivamente alle emozioni del protagonista, e deve sembrare che il personaggio principale si stia rivolgendo proprio al lettore, che gli stia parlando. Oppure, nel caso di romanzi autobiografici o semi-autobiografici, o comunque molto sentiti dallo scrittore, nei quali voi stessi non vi trovereste in armonia ad usare una tecnica di scrittura differente dalla prima persona, perché non riuscireste ad esprimere al meglio le vostre idee. C’è da dire, che in effetti l’uso della prima persona rende in genere molto più semplice scrivere un romanzo, perché ci si può concentrare su quello che sentiamo di voler dire, quasi fossimo noi stessi a pensarlo (e spesso è così) senza preoccuparsi troppo di immedesimarsi in un altro carattere e dover quindi scrivere in tempi non consueti da usare. E’ chiaro che quando raccontiamo una storia a qualcuno verbalmente o comunque gli stiamo parlando, questo avviene quasi sempre usando la prima persona.


La terza persona viene usata per dare dei connotati meno intimistici al romanzo, per porre un certo distacco tra lo scrittore e il protagonista, per staccare il personaggio principale dalle idee dello scrittore stesso, oppure se non si vuole che ci sia troppo spazio per dei sentimenti interiori del protagonista, che magari emergerebbero in maniera spropositata con l’uso della prima persona. Ad ogni modo, l’uso della terza persona non esclude affatto un viaggio introspettivo nell’animo del protagonista, ma rende questo più facoltativo. Altro particolare di rilievo con l’uso della terza persona, è la possibilità di non concentrarsi troppo su un solo personaggio, di guardare sì la storia dal suo punto di vista, ma senza che il romanzo diventi ossessivamente concentrato su quel personaggio. E’ una scelta dell’autore, che dipende molto dalla storia e dal genere di romanzo che si vuole scrivere.



Il narratore “onnisciente” è forse la migliore delle tre, ma, anche qui, dipende molto da ciò che si ha intenzione di scrivere. Con questo tipo di narratore, lo scrittore diventa un piccolo personaggio intrusivo che mai apparirà nel romanzo, il quale però saprà tutto e di tutti. Quindi, non solo potrà entrare nella mente del personaggio principale, ma anche di tutti gli altri presenti nella storia.
Questo, inutile dirlo, presenta dei grossi vantaggi, con il narratore esterno che potrà gestire a suo piacimento le apprensioni e i sentimenti di tutti i suoi personaggi, conoscendone vita, morte e miracoli (occhio però alla scheda descrittiva iniziale, altrimenti andrete al manicomio e ci manderete anche i vostri futuri lettori!)

Questo, in buona sostanza, è il primo dilemma che sarete chiamati a risolvere: quale punto di vista dovrà avere la vostra storia? E, sopratutto, perché? Non scegliete a caso, pensateci bene, è di estrema importanza, dovete scrivere un romanzo, non una poesia.






Tipologia di lettore


Ponderate attentamente, ancor prima di cominciare, a chi si deve rivolgere il romanzo che avete intenzione di scrivere, ossia a quale fascia di lettori intendete indirizzarlo. Questo è un dettaglio molto importante che spesso viene tralasciato: non si può scrivere per tutti, non è possibile che un qualsiasi prodotto dell’arte sia per tutti i gusti, ci saranno sempre delle tipologie maggiormente attratte, questa è la chiave per avere successo. Se farete un qualcosa di non ben definito, non accontenterete tutti, al contrario, renderete tutti quanti scontenti.



Scrivere prima nella vostra testa

Esattamente, prima di avvicinarvi al computer e incominciare a scrivere pestando i tasti come pazzi furiosi, vi consiglio caldamente di avere la storia già bella e scritta nella vostra mente, dall’inizio alla fine. Non avete idea di quanti romanzi siano iniziati al picco dell’entusiasmo per poi venire miseramente abbandonati perché l’idea era troppo debole. Avete forse voglia di sprecare tempo e fatica per scrivere magari cento pagine e poi essere costretti a gettarle via? Non mi sembra proprio il caso. Molto grandi scrittori scrivevano di getto, ma lo facevano proprio perché l’idea per quella storia o romanzo ce l’avevano ben chiara nella testa, da giorni, settimane o addirittura mesi. Non abbiate fretta, se avrete un minino di pazienza, sarete i primi a beneficiarne. Una volta che avrete un vostro schema mentale ben costruito ed armonico (magari prendete degli appunti, questo sì) non vi sarà difficile scrivere tutto quello che avete nella mente.



Come scrivere un romanzo



Siate critici

Mentre si scrive, si è troppo presi dal fiume in piena delle nostre fantasie per dar peso a tanti piccoli dettagli, eppure, un romanzo è fatto proprio di questo: di particolari, che devono combaciare tra di loro. Anche se non è un poliziesco, un romanzo di fantascienza o un romanzo storico quello che volete scrivere, non potete non tener conto di tante particolarità verso le quali dovreste prestare la massima attenzione.

Vi faccio un esempio banalissimo, ma che vi farà capire meglio ciò che voglio dire. Mettiamo che io scriva questo:

“Quel sabato sera, Luca dovette salutare presto i suoi amici, in quanto quei bruciori intensi all’area genitale si ripresentarono in maniera prepotente, tali da non rendergli possibile il mostrarsi davanti ad altre persone. Arrivato a casa, si mise un pigiama e andò subito a letto senza neanche lavarsi, camminando in punta di alluce per non svegliare i suoi genitori. Non sarebbe mai riuscito a dormire quella notte, già lo sapeva. Finalmente prese una decisione che avrebbe dovuto prendere molto tempo addietro: avrebbe vinto la sua timidezza e l’indomani si sarebbe recato dal suo medico di famiglia.”


Notate nulla di strano? È sabato sera, giusto? E domani, Luca ha intenzione di recarsi dal medico di famiglia?!
Sembrano sciocchezze, ma fate un libro pieno di questi dettagli che non quadrano, e chi vi legge prenderà il vostro libro e lo scaglierà contro la parete prima di essere giunto a metà.

Oggigiorno, i lettori sono sempre più esigenti, pedanti direi, e non si accontentano più di leggere una bella storia, vogliono che lo scrittore sia preciso e con il pieno controllo della storia, pena la sua perdita di credibilità che inficerà la storia stessa.

Se pensate a grandi scrittori di fantascienza, ad esempio Isaac Asimov, sapete bene che non era un semplice scrittore, ma anche uno scienziato, laureato in biologia e chimica, quindi sapeva il fatto suo quando scriveva romanzi di fantascienza.

Per cui, dovete anche avere una certa cultura sull’argomento attorno a cui ruoterà il vostro romanzo.

Volete scrivere un poliziesco? Allora dovreste sapere come funzionano le indagini di polizia, i loro ruoli, le loro tecniche. Non si possono distorcere fatti e costumi reali, nemmeno in un romanzo, a meno che non scriviate un fantasy, e allora vi potrebbe anche essere concesso di trasgredire a qualche regola scritta e non scritta, per quanto comunque ci saranno sempre gli appassionati di quel genere che vi muoveranno le critiche più feroci…



..e alla fine
Questo è il momento più bello per ogni scrittore, la frase tanto sospirata “ho finito il romanzo!”. Ciò nonostante, l’esperienza insegna, che non appena un romanzo viene completato, è solo l’inizio di un processo forse ancora più lungo e sofferto, ma indispensabile: la revisione. Scrivere significa riscrivere. Rileggete più volte, meglio se a distanza di tempo, fate quindi “riposare” la vostra creatura, la guarderete con occhio più critico e vi accorgerete meglio dei punti contraddittori (che abbondano sempre). Non abbiate fretta, e ricordate che raramente una scrittura “di getto” porta a risultati soddisfacenti. Tutto si ottiene con un lavoro duro e tanta abnegazione. Quindi vi consiglio di far leggere il romanzo a qualche amico (ma che sia un vero amico, e non qualcuno che vi ruberà l'opera o la manderà in giro chissà dove, per poi fare la stessa fine... Ossia venir plagiata) allo scopo di ottenere un parere obiettivo (si spera) da un altro punto di vista, meno coinvolto dell'autore del romanzo.


La revisione


Appena dite che il romanzo è finito, allora vuol dire che è appena iniziato. Quello che avete scritto potrà anche essere bello, ma andrà limato, aggiustato, specie se scritto senza ricontrollare capitolo per capitolo, paragrafo per paragrafo, lavoro che vi consiglio di compiere. A parte la necessaria e obbligata correzione delle bozze (non potete spedire ad una casa editrice un romanzo pieno di refusi o, peggio ancora, errori di grammatica) quello su cui vi dovrete concentrare è la credibilità del vostro romanzo, se la storia funziona o meno. Potreste trovarvi nella condizione di dover riscrivere interi capitoli o lavorare molto di forbice, ma questo è il passo necessario per tutti gli scrittori che aspirano a definirsi tali. Chi ha detto che scrivere sia facile?



La vostra opera


Ultimo consiglio: aspettate, prendetevi il vostro tempo, specie se quella che avete scritto è la vostra opera prima, la quale raramente sarà quella migliore che potrete scrivere. Lasciate “riposare” il vostro romanzo, rileggetelo a distanza di un paio di mesi, vi sarà più facile trovare tutti i punti contraddittori, nonché di farvi venire nuove idee per migliorarlo, le quali raramente vi sarebbero venute in mente di getto. Ricordate che più il romanzo è lungo, più la storia è articolata, e più sarà frequente scoprire dettagli che non tornano. Ma non vi deprimete, è così per tutti, anche per i grandi scrittori, i quelli tuttavia hanno alle spalle un buon editor che sistema loro ogni cosa, (o quasi) ma prima di diventare grandi scrittori come lo sono ora, si saranno trovati nelle stesse vostre condizioni, con i stessi vostri dubbi.



Questi consigli per scrivere un romanzo, vanno sempre personalizzati alle vostre esigenze, non ci sono regole assolute nello scrivere, persino in un romanzo.



 
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Allie_Lollipops
view post Posted on 2/2/2009, 22:54




Davvero utile, immaginavo fosse lunga la preparazione ma non cosi^_^.
 
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seri990
view post Posted on 2/2/2009, 23:00




in effetti sono consigli utili in generale per ogni tipo storia che si vuole scrivere...certo un romanzo è una cosa molto più complessa e articolata..i caratteri dei personaggi devono essere più profondi e non solo abbozzati e le descrizioni dei luoghi devono essere coerenti con i tempi ecc...insomma scrivere un romanzo è una bella fatica...^^
 
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Allie_Lollipops
view post Posted on 2/2/2009, 23:01




Si, ma secondo me dà le sue soddisfazioni alla fine.
 
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seri990
view post Posted on 2/2/2009, 23:43




beh sì indubbiamente la consapevolezza di essere riusciti a concludere un romanzo da una bella soddisfazione
 
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~• White Tear
view post Posted on 3/2/2009, 17:44




La soddisfazione credo non sia solo nell'esser riusciti a completare un romanzo, ma anche nel riuscire a vederlo pubblicato, nel vederlo in uno scaffale di una libreria con il proprio nome scritto sopra.
Credo sia il fatto di riuscire a vedere con i propri occhi un lavoro completato in tutte le sue sfaccettature, si...credo sia proprio questo a soddisfarti.
 
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__kekky Chii*
view post Posted on 3/2/2009, 19:20




In passato ho letto anche io "preparazione ad un romanzo" del genere. Vero, scrivere un romanzo non è proprio un gioco da ragazzi, assolutamente. E' un lavoro lungo, duro, che richiede molta molta pazienza e soprattutto passione.
Spero un giorno di riuscirci, è uno dei miei desideri più grandi.

Bellissimo e utilissimo post! ^_^
 
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~• White Tear
view post Posted on 23/2/2009, 00:36




CITAZIONE (__kekky Chii* @ 3/2/2009, 19:20)
Bellissimo e utilissimo post! ^_^

Quoto. ^_^
 
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tiziodonato
view post Posted on 26/4/2010, 12:36




Il pulpito da cui viene la predica:

In ogni luogo e in ogni campo esistono i Barnum, persone che, annusando un particolare bisogno o richiesta di un dato momento, si improvvisano esperti in qualcosa, con lo scopo di sfruttare l'ingenuità e la buona fede altrui, per ricavarne diretti benefici.
Da qualche tempo circola in giro un curioso libello, "Come diventare scrittori oggi", un manuale di consigli per aspiranti scrittori, redatto da tale Andrea Mucciolo, personaggio dalla storia editoriale non particolarmente significativa (esperienze come correttore di bozze e collaboratore di giornali e riviste locali, un unico romanzo, pubblicato nel 2006 e oggi fuori catalogo, oltre al manuale di cui sopra), che di mestiere fa il web designer ma ama presentarsi come "lo scrittore Andrea Mucciolo", parlando di sè in terza persona, nei numerosi siti web, forum, pagine e gruppi Facebook da lui creati e amministrati per promuovere il suo libro.
Nel manuale in questione, Mucciolo dà consigli su come presentare un proprio manoscritto a un editore, cose del tipo, "la grammatica deve essere ben controllata", "le pagine rilegate, possibilmente con copertina rigida", "la lettera di presentazione deve essere sobria e sintetica", etc. Nessuna formula magica, nessuna ricetta che serva ad aprire le porte del Regno dell'Editoria. In realtà il titolo stesso è fuorviante: scrittori non si 'diventa', si nasce. Il talento non lo insegna un manuale. Lo sappiamo tutti, ovvio, ma molti aspiranti scrittori, soprattutto i più giovani, e meno smaliziati, di fronte alle promesse implicite nel titolo, e considerando come, oggi, ci siano più scrittori che lettori in Italia, possono cadere nella rete, e comprarsi il libro sperando di trovarvi chissà che. D'altra parte Barnum insegna, appunto, che ogni giorno nasce un pollo da spennare.
Per dare più forza alla propria opera di convincimento, Mucciolo si presenta come un paladino dei deboli, piccoli, frustrati, trascurati aspiranti autori, vessati e sfruttati da case editrici a pagamento e agenzie letterarie, ignorati dal mercato che conta, invisibili. In realtà la storia editroriale dell'autore di "Come diventare scrittori oggi" dovrebbe far riflettere: le Porte del Regno, a quanto pare, sono precluse anche allo 'scrittore' Andrea Mucciolo, se è vero che la stessa casa editorice per la quale ha pubblicato il manuale (e della quale cura come webmaster il sito web), pare non abbia intenzione di puntare sulle sue doti creative, nemmeno ristampando quel suo romanzo ormai introvabile.
Ma basta poco per creare guru, quando il substrato è nutrito dalla speranza, dall'ingenuità, dalla buona fede.
E dai polli da spennare, appunto. Facendo una semplice ricerca sul sito della casa editrice di "Come diventare scrittori oggi", che si presenta come un'agenzia di servizi per scrittori, oltre che editore, abbiamo trovato le indicazioni per inviare manoscritti in visione, per un'eventuale pubblicazione. E abbiamo scoperto che la visione è subordinata all'acquisto del manuale di Andrea Mucciolo: in poche parole, se non si acquista il libro del paladino alla lotta contro gli editori a pagamento e le agenzie letterarie (però conunque con lo sconto di ben 1 euro!), i manoscritti inviati dagli aspiranti autori non vengono nemmeno presi in considerazione. La ragione adotta dall'editorie per tale 'politica'? La gran parte dei manoscritti che arrivano sono pieni di errori di grammatica e sintassi, quindi è consigliabile leggersi il manuale di Mucciolo (anche se non si capisce cosa c'entra, non è un manuale di regole grammaticali o sintattiche), che ad ogni modo risulterà sicuramente utile a un aspirante scrittore, e comunque anche se non lo volete leggere, dovete comprarlo perché la casa editrice consideri le vostre opere, qualunque sia poi il responso finale sulla pubblicazione, prendere o lasciare.
Questa pagina, ora, non esiste più. L'intervento immediato, supponiamo, del web master Mucciolo (di domenica, e alle 11 di sera, supponiamo quindi i rapporti dello 'scrittore' col suo editore siano alquanto stretti) ha eliminato un riferimento scomodo, dopo che la cosa era stata segnalata a molti dei suoi 'discepoli'. Immaginiamo quindi che ora, chi invierà i manoscritti all'editore in questione, si sentirà rispondere, "prima devi acquistare il manuale di Andrea Mucciolo", "come? Ma non c'è scritto da nessuna parte, nel vostro sito?", "c'era, ma ei fu!".
Ora Andrea Mucciolo, il paladino degli aspiranti scrittori, sta pr dare alle stampe la seconda edizione del suo libro, riveduta e corretta. E con un nuovo titolo, ovvio, altrimenti come si fa a vendere due volte lo stesso libro agli stessi polli? Il titolo è "Come pubblicare un libro", e immaginiamo il delirio, gli svenimenti, l'acquolina in bocca, le aspettative di chi, stavolta davvero, si aspetterà di trovare la formula magica per farsi pubblicare da un editore. ma soprattutto immaginiamo l'acquolina in bocca di Andrea Mucciolo e della sua casa editrice, alla prospettiva di sentir tintinnare nelle casse tanti bei soldini, fatti con poca fatica, un po' di cialtronesca e pressapochista fantasia, e tanta fiducia nell'ingenuità del prossimo. Tre cose tipicamente italiane. Come la storia di Andrea Mucciolo. Lo 'scrittore'.
 
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{Julienne}
view post Posted on 17/11/2011, 21:09




:3 Grazie bell'articolo :) ad essere sincera diciamo che io sono un'aspirante scrittrice non lo dico per vantarmi....ma scrivere per me è un hobby una cosa che amo fare...con cui mi sento meglio.
Dopo aver letto il tuo articolo mi sono sentita rincuorata sapendo che al mondo esistono persone come me..che amano scrivere.
Complimenti.

 
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9 replies since 2/2/2009, 22:44   6599 views
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