ho recentemente trovato questi utili consigli per scrivere un buon romanzo..penso possano interessare...sono cose dette in modo sensato e nelle quali mi ritrovo molto
Per iniziare...Quando si deve scrivere un romanzo, è necessario essere molto precisi e severi, mi spiego meglio. Finché si tratta di scrivere racconti brevi, possiamo tranquillamente lasciarci andare, farci guidare semplicemente ed unicamente dal nostro estro creativo, senza preoccuparci di eventuali e vessatorie regole da seguire. Ad esempio Raymond Carver, sosteneva di non conoscere mai il finale di un suo racconto prima di iniziare a scrivere: un’idea gli ronzava per giorni nella testa, e durante la stesura del racconto decideva il finale. Ma stiamo trattando di racconti brevi, nei quali se anche dovessimo commettere un qualche errore di contenuto, non ci sarebbe molto problematico sistemarlo. Quando invece ci avventuriamo nel territorio impervio del romanzo, allora vi dico che purtroppo, queste regole da seguire ci sono, non ne possiamo fare a meno. Questo, l’ho imparato sulla mia pelle, scrivendo e pubblicando un romanzo e diversi racconti, e rendendomi conto che ciò che avevo inizialmente previsto, non ha sempre avuto l’esito da me sperato e dato per scontato.
Anche se la nostra foga creativa è alla massima potenza, e siamo bramosi di riversare su carta il torrente di idee ed emozioni di cui siamo vittime, è bene darci una bella calmata e considerare quanto segue, onde evitare di ritrovarci con duecento pagine da buttare e un romanzo che andrebbe riscritto da capo. Prima di iniziare a scrivere, sarebbe bene crearvi una piccola scheda descrittiva dei vostri personaggi, o almeno del protagonista, per evitare di confondervi voi stessi durante la scrittura e per avere sempre un punto di riferimento mentre state scrivendo. Ad esempio:
Quanti anni ha?
Che lavoro fa?
Com’è il suo carattere (timido, aggressivo ect.)
Il suo orientamento politico?
Di quale fede è, se ce l’ha?
Quali sono i suoi gusti personali?
E così via.
Questo vi sarà molto utile, perché avrete, come già detto sopra, una fonte da cui attingere, senza dovervi fermare e perdere tempo a metà romanzo.
Pensate bene se, per scrivere il romanzo, volete utilizzare la prima persona, la terza persona o il narratore “onnisciente”.La prima persona è molto utile in caso vogliate scrivere una storia dalla forte intensità emotiva, in cui il lettore deve partecipare attivamente alle emozioni del protagonista, e deve sembrare che il personaggio principale si stia rivolgendo proprio al lettore, che gli stia parlando. Oppure, nel caso di romanzi autobiografici o semi-autobiografici, o comunque molto sentiti dallo scrittore, nei quali voi stessi non vi trovereste in armonia ad usare una tecnica di scrittura differente dalla prima persona, perché non riuscireste ad esprimere al meglio le vostre idee. C’è da dire, che in effetti l’uso della prima persona rende in genere molto più semplice scrivere un romanzo, perché ci si può concentrare su quello che sentiamo di voler dire, quasi fossimo noi stessi a pensarlo (e spesso è così) senza preoccuparsi troppo di immedesimarsi in un altro carattere e dover quindi scrivere in tempi non consueti da usare. E’ chiaro che quando raccontiamo una storia a qualcuno verbalmente o comunque gli stiamo parlando, questo avviene quasi sempre usando la prima persona.
La terza persona viene usata per dare dei connotati meno intimistici al romanzo, per porre un certo distacco tra lo scrittore e il protagonista, per staccare il personaggio principale dalle idee dello scrittore stesso, oppure se non si vuole che ci sia troppo spazio per dei sentimenti interiori del protagonista, che magari emergerebbero in maniera spropositata con l’uso della prima persona. Ad ogni modo, l’uso della terza persona non esclude affatto un viaggio introspettivo nell’animo del protagonista, ma rende questo più facoltativo. Altro particolare di rilievo con l’uso della terza persona, è la possibilità di non concentrarsi troppo su un solo personaggio, di guardare sì la storia dal suo punto di vista, ma senza che il romanzo diventi ossessivamente concentrato su quel personaggio. E’ una scelta dell’autore, che dipende molto dalla storia e dal genere di romanzo che si vuole scrivere.
Il narratore “onnisciente” è forse la migliore delle tre, ma, anche qui, dipende molto da ciò che si ha intenzione di scrivere. Con questo tipo di narratore, lo scrittore diventa un piccolo personaggio intrusivo che mai apparirà nel romanzo, il quale però saprà tutto e di tutti. Quindi, non solo potrà entrare nella mente del personaggio principale, ma anche di tutti gli altri presenti nella storia.
Questo, inutile dirlo, presenta dei grossi vantaggi, con il narratore esterno che potrà gestire a suo piacimento le apprensioni e i sentimenti di tutti i suoi personaggi, conoscendone vita, morte e miracoli (occhio però alla scheda descrittiva iniziale, altrimenti andrete al manicomio e ci manderete anche i vostri futuri lettori!)
Questo, in buona sostanza, è il primo dilemma che sarete chiamati a risolvere: quale punto di vista dovrà avere la vostra storia? E, sopratutto, perché? Non scegliete a caso, pensateci bene, è di estrema importanza, dovete scrivere un romanzo, non una poesia.
Tipologia di lettorePonderate attentamente, ancor prima di cominciare, a chi si deve rivolgere il romanzo che avete intenzione di scrivere, ossia a quale fascia di lettori intendete indirizzarlo. Questo è un dettaglio molto importante che spesso viene tralasciato: non si può scrivere per tutti, non è possibile che un qualsiasi prodotto dell’arte sia per tutti i gusti, ci saranno sempre delle tipologie maggiormente attratte, questa è la chiave per avere successo. Se farete un qualcosa di non ben definito, non accontenterete tutti, al contrario, renderete tutti quanti scontenti.
Scrivere prima nella vostra testaEsattamente, prima di avvicinarvi al computer e incominciare a scrivere pestando i tasti come pazzi furiosi, vi consiglio caldamente di avere la storia già bella e scritta nella vostra mente, dall’inizio alla fine. Non avete idea di quanti romanzi siano iniziati al picco dell’entusiasmo per poi venire miseramente abbandonati perché l’idea era troppo debole. Avete forse voglia di sprecare tempo e fatica per scrivere magari cento pagine e poi essere costretti a gettarle via? Non mi sembra proprio il caso. Molto grandi scrittori scrivevano di getto, ma lo facevano proprio perché l’idea per quella storia o romanzo ce l’avevano ben chiara nella testa, da giorni, settimane o addirittura mesi. Non abbiate fretta, se avrete un minino di pazienza, sarete i primi a beneficiarne. Una volta che avrete un vostro schema mentale ben costruito ed armonico (magari prendete degli appunti, questo sì) non vi sarà difficile scrivere tutto quello che avete nella mente.
Come scrivere un romanzo
Siate criticiMentre si scrive, si è troppo presi dal fiume in piena delle nostre fantasie per dar peso a tanti piccoli dettagli, eppure, un romanzo è fatto proprio di questo: di particolari, che devono combaciare tra di loro. Anche se non è un poliziesco, un romanzo di fantascienza o un romanzo storico quello che volete scrivere, non potete non tener conto di tante particolarità verso le quali dovreste prestare la massima attenzione.
Vi faccio un esempio banalissimo, ma che vi farà capire meglio ciò che voglio dire. Mettiamo che io scriva questo:
“Quel sabato sera, Luca dovette salutare presto i suoi amici, in quanto quei bruciori intensi all’area genitale si ripresentarono in maniera prepotente, tali da non rendergli possibile il mostrarsi davanti ad altre persone. Arrivato a casa, si mise un pigiama e andò subito a letto senza neanche lavarsi, camminando in punta di alluce per non svegliare i suoi genitori. Non sarebbe mai riuscito a dormire quella notte, già lo sapeva. Finalmente prese una decisione che avrebbe dovuto prendere molto tempo addietro: avrebbe vinto la sua timidezza e l’indomani si sarebbe recato dal suo medico di famiglia.”Notate nulla di strano? È sabato sera, giusto? E domani, Luca ha intenzione di recarsi dal medico di famiglia?!
Sembrano sciocchezze, ma fate un libro pieno di questi dettagli che non quadrano, e chi vi legge prenderà il vostro libro e lo scaglierà contro la parete prima di essere giunto a metà.
Oggigiorno, i lettori sono sempre più esigenti, pedanti direi, e non si accontentano più di leggere una bella storia, vogliono che lo scrittore sia preciso e con il pieno controllo della storia, pena la sua perdita di credibilità che inficerà la storia stessa.
Se pensate a grandi scrittori di fantascienza, ad esempio Isaac Asimov, sapete bene che non era un semplice scrittore, ma anche uno scienziato, laureato in biologia e chimica, quindi sapeva il fatto suo quando scriveva romanzi di fantascienza.
Per cui, dovete anche avere una certa cultura sull’argomento attorno a cui ruoterà il vostro romanzo.
Volete scrivere un poliziesco? Allora dovreste sapere come funzionano le indagini di polizia, i loro ruoli, le loro tecniche. Non si possono distorcere fatti e costumi reali, nemmeno in un romanzo, a meno che non scriviate un fantasy, e allora vi potrebbe anche essere concesso di trasgredire a qualche regola scritta e non scritta, per quanto comunque ci saranno sempre gli appassionati di quel genere che vi muoveranno le critiche più feroci…
..e alla fineQuesto è il momento più bello per ogni scrittore, la frase tanto sospirata “ho finito il romanzo!”. Ciò nonostante, l’esperienza insegna, che non appena un romanzo viene completato, è solo l’inizio di un processo forse ancora più lungo e sofferto, ma indispensabile: la revisione. Scrivere significa riscrivere. Rileggete più volte, meglio se a distanza di tempo, fate quindi “riposare” la vostra creatura, la guarderete con occhio più critico e vi accorgerete meglio dei punti contraddittori (che abbondano sempre). Non abbiate fretta, e ricordate che raramente una scrittura “di getto” porta a risultati soddisfacenti. Tutto si ottiene con un lavoro duro e tanta abnegazione. Quindi vi consiglio di far leggere il romanzo a qualche amico (ma che sia un vero amico, e non qualcuno che vi ruberà l'opera o la manderà in giro chissà dove, per poi fare la stessa fine... Ossia venir plagiata) allo scopo di ottenere un parere obiettivo (si spera) da un altro punto di vista, meno coinvolto dell'autore del romanzo.
La revisioneAppena dite che il romanzo è finito, allora vuol dire che è appena iniziato. Quello che avete scritto potrà anche essere bello, ma andrà limato, aggiustato, specie se scritto senza ricontrollare capitolo per capitolo, paragrafo per paragrafo, lavoro che vi consiglio di compiere. A parte la necessaria e obbligata correzione delle bozze (non potete spedire ad una casa editrice un romanzo pieno di refusi o, peggio ancora, errori di grammatica) quello su cui vi dovrete concentrare è la credibilità del vostro romanzo, se la storia funziona o meno. Potreste trovarvi nella condizione di dover riscrivere interi capitoli o lavorare molto di forbice, ma questo è il passo necessario per tutti gli scrittori che aspirano a definirsi tali. Chi ha detto che scrivere sia facile?
La vostra operaUltimo consiglio: aspettate, prendetevi il vostro tempo, specie se quella che avete scritto è la vostra opera prima, la quale raramente sarà quella migliore che potrete scrivere. Lasciate “riposare” il vostro romanzo, rileggetelo a distanza di un paio di mesi, vi sarà più facile trovare tutti i punti contraddittori, nonché di farvi venire nuove idee per migliorarlo, le quali raramente vi sarebbero venute in mente di getto. Ricordate che più il romanzo è lungo, più la storia è articolata, e più sarà frequente scoprire dettagli che non tornano. Ma non vi deprimete, è così per tutti, anche per i grandi scrittori, i quelli tuttavia hanno alle spalle un buon editor che sistema loro ogni cosa, (o quasi) ma prima di diventare grandi scrittori come lo sono ora, si saranno trovati nelle stesse vostre condizioni, con i stessi vostri dubbi.
Questi consigli per scrivere un romanzo, vanno sempre personalizzati alle vostre esigenze, non ci sono regole assolute nello scrivere, persino in un romanzo.